La manciata di righe che segue potrebbe introdurre l’omaggio di LAV a Reinhold Messner per i suoi prossimi ottant’anni, oppure celebrare i settanta dalla storica spedizione italiana al K2.
In questa occasione, invece, volgiamo lo sguardo verso un altro particolare anniversario.
Il 17 maggio 1964, giusti sessant’anni fa, dalla stazione di Cortina, direzione Calalzo, partì per l’ultima volta il “trenino azzurro”, vettore che assicurava la connessione tra le comunità di Cadore e Ampezzo (fino a un paio d’anni prima anche quella di Dobbiaco) con il resto del Paese. Qualche tratta incerta, boom economico e un decreto legge condannarono in via definitiva quei vecchi binari, indirizzando il traffico esclusivamente su strada.
Adesso è semplice constatare come il presente urli la necessità d’un servizio costante, a basso impatto ambientale, proprio come avrebbe potuto essere un moderno “trenino azzurro”.
La storia ora sembra ripetersi: sarà una nuova pista da bob, slittino e skeleton a impreziosire lo scrigno olimpico della perla dolomitica. Non solo: ciò che sincronizzerà i Monti Pallidi al nostro tempo potrebbero essere, anzi saranno, i nuovi bacini idrici previsti tra Giau e Mondevàl, atti a innevare il bramato collegamento sciistico tra Cinque Torri e il comprensorio Alleghe Zoldo. Del resto, si sa, l’attuale offerta è superata, insufficiente alla pressante richiesta. Se poi vogliamo scrollarci di dosso vecchie muffe e ragnatele, non possiamo che punteggiare certi alpeggi con piccoli loft tutti in vetro, climatizzati, esclusivi e raggiungibili con navetta, per godere dei notturni stellati sorseggiando bollicine Patrimonio dell’Umanità.
Dopo sessant’anni ecco ripartire un ultimo “trenino azzurro”, per intanto carico di larici ampezzani. Ma stai tranquillo amico, e respira, sei sulle Dolomiti.
m.g.